Descrizione
da aprile a luglio
Il cappero è una pianta perenne cespugliosa suffruticosa (tra pianta erbacea e legnosa) con ceppo grosso e lignificato, molto rustica e di ottima vigoria. I fusti partono tutti dalla base dove si trovano le foglie lucide, verdi e carnose e leggermente picciolate. I fiori molto vistosi e grandi sono formati da 4 petali bianchi sui quali si notano gli stami lunghi e sottili di colore rosa o porpora. Il cappero cresce spontaneamente lungo le coste del mediterraneo nelle crepe dei muri o nelle fessure delle rocce dove il clima è decisamente caldo e secco. Questa pianta fiorisce dalla primavera all’estate. Del cappero si raccolgono le radici per essere utilizzate in erboristeria ed i boccioli fiorali e i frutticini (somiglianti a dei cetriolini) per scopo culinario; i boccioli si raccolgono ancora chiusi e acerbi (che non hanno ancora formato la struttura fiorale) prendono il caratteristico sapore aromatico se conservati sottaceto o sottosale. I boccioli più saporiti del cappero sono quelli di dimensioni più piccole che vengono usati, dopo un leggero appassimento (per un giorno in luoghi areati), in cucina per aromatizzare carni, pesce, sughi, insalate o come ingrediente sulla pizza, sulla pasta o per preparare la nota caponata siciliana. I frutticini invece, vengono raccolti immaturi ossia quando il loro colore è ancora verde (il frutto maturo, non più commestibile, si presenta, invece, di colore rossiccio e contiene numerosi semi neri); questi “cetriolini” vengono conservati sottosale o sott’olio e poi consumati come aperitivo oppure come contorno per piatti freddi.
Informazioni nutrizionali: la corteccia delle radici possiede numerose virtù terapeutiche quali: proprietà vasocostrittrici, diuretiche e depurative. Inoltre dalle radici si ricava una tintura oleosa utile per la cura delle vene varicose e delle emorroidi.
Curiosità: Il cappero comunemente utilizzato è privo di spine; per una distrazione dei botanici, venne classificato come Capparis spinosa invece di Capparis inermis; quest’ultimo nome venne scambiato ed attribuito ad un’altra specie spontanea molto simile ma che però era spinosa.